10
Gennaio
2019

I formaggi più strani al mondo

Mucca, capra, pecora, ma anche alce e cammella… Ecco i formaggi più strani del mondo

Il formaggio è un alimento che unisce tutto il mondo: in ciascun Paese esistono tradizioni anche antichissime sulla produzione dei prodotti caseari. La realizzazione di questo alimento è strettamente collegata alle caratteristiche del territorio: a seconda delle aree geografiche, delle fasce climatiche d’appartenenza e delle caratteristiche morfologiche e ambientali, in ogni parte del mondo, nei secoli, sono state allevate le più varie tipologie di animali e, di conseguenza, sono state realizzate moltissime varietà di formaggi. In base al latte che si aveva a disposizione venivano, e vengono ancora oggi, realizzati diversi tipi di formaggio.

Latte d’asina: formaggio difficile!

Il formaggio di latte d’asina è molto difficile da produrre: il latte di questo animale ha una composizione particolare che rende inefficiente la tradizionale coagulazione enzimatica. Nonostante ciò, esistono produttori che riescono a realizzare piccole quantità di formaggio. Il Pula, per esempio, è un formaggio prodotto in Serbia con l’utilizzo di solo latte d’asina, per realizzarne sola forma di Pula servono ben 25 litri di latte e il costo finale si aggira intorno ai 1000€ al chilogrammo. Anche in Italia viene prodotto un formaggio d’asina, l’Asinino Reggiano, al prezzo di circa 1500€ al chilogrammo.

Latte d’alce: un formaggio pregiato

L’alce è un animale molto difficile da addomesticare, in Russia, nei paesi scandinavi e in quelli baltici sono però stati fatti dei tentativi per allevarlo. Nei mesi successivi al parto, durante il periodo d’allevamento, l’alce fa ritorno alla fattoria per la mungitura, la resa giornaliera media di questo latte è di 2,5 litri. Essendo la materia prima molto rara il formaggio che se ne produce è difficilissimo da reperire e molto costoso: raggiunge i 750€ al chilogrammo. Il suo sapore è simile a quello della Feta, il latte dal quale proviene è leggermente salato e con un retrogusto amarognolo per via della variegata alimentazione dell’alce.

Latte di cammella: tanti formaggi

I principali produttori di latte di cammella si trovano in Africa e in Asia e sono principalmente pastori nomadi. Dovendosi spostare per lunghe tratte, i pastori utilizzavano il latte di cammella come fonte di nutrimento. Oggi dal latte di cammella si ricavano varie tipologie di formaggio: il marchio Tiviski, in Mauritania, produce i formaggi freschi Caravane, in Niger viene invece prodotto il chuku. Negli Emirati Arabi, la Cameliciuos propone tre tipologie di formaggio. In Kazakistan troviamo il Kourt, un formaggio durissimo da grattugiare.

Latte di cavalla: un latte benefico

Il latte di cavalla, per le sue proprietà nutritive, è da sempre impiegato nell’alimentazione e nella medicina tradizionale dei cinesi e delle popolazioni nomadi dell’Asia. Questa tipologia di latte è stata per anni ritenuta inadatta alla caseificazione, per la sua composizione inadatta a cagliare. Il latte di cavalla veniva infatti utilizzato soltanto per produrre una sorta di yogurt, che si produceva in ambiente acido. Una recente ricerca ha dimostrato però che, grazie alla chimosina del cammello, è possibile far cagliare il latte di cavalla e produrre così del formaggio.

Latte di renna: formaggio lappone

In Siberia e in Lapponia ci sono degli allevamenti di renne semi-domestiche usate per i trasporti e per la produzione di carne, pellami e latte. Con quest’ultimo le popolazioni della zona realizzano anche dei formaggi: dalla renna però si estraggono quantità giornaliere di latte minime, perciò anche in questo caso il quantitativo di formaggio realizzato è davvero basso. Quello prodotto in Lapponia si chiama Aarul ed è un formaggio stagionato dal sapore molto forte che viene solitamente mangiato a colazione.

Latte di Yak: un formaggio simile al pecorino

Il formaggio fatto con il latte grasso e saporito dello Yak è un alimento molto apprezzato in Nepal, Bhutan, India, Mongolia e Pakistan. Fresco o stagionato, è paragonabile al più comune pecorino. Slow Food ha di recente dato vita a un presidio per promuovere uno di questi formaggi, prodotti da un caseificio sull’altopiano del Qinghai.

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Leonessa

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